Cenni storici

Ultima modifica 4 novembre 2022

Retorbido si trova a sud est di voghera sulla riva destra del torrente Staffora a 37 km dal capoluogo di provincia, Pavia.

Il suo territorio si estende per 11,67 km ad un altitudine di 169 ms.l.m.. Il suo territorio è compreso tra 112 m fino a 525 m a livello delle alture collinari maggiori, comprendenti le frazioni di Murisasco e Garlassolo ed estendendosi lungo la Valle del Rile. Il suo profilo collinare offre immagini di una vegetazione rigogliosa prevalentemente vitivinicola con numerose azione agricole cui si affiancano nella parte più piannegiante attività artigianali, commerciali ed industriali.

La sagra della “Polenta e salamini”, che si festeggia la seconda domenica di marzo è fortemente legata alla tradizione popolare e rurale dei luoghi.

Brevi cenni storici

Constatazioni storiche e geografiche e motivazioni linguistiche legano il nome di Retorbido a quello dell’oppidum Litubium. Nel 197 a.c. lo storico Tito Livio narra che il console romano Quinto Minucio Rufo, sottomise le popolazioni Gallo-Liguri stanziate nella zona conquistando anche l’oppidum Litubium. Durante l’alto medioevo fu contesa tra le istituzioni comunali pavesi e la diocesi di Tortona. La concessione dell’agro padano e con esso del borgo al Comune di Pavia(1164), è contemporaneo all’ascesa sulla scena feudale di Retorbido della Casata dei Sannazzaro. Il borgo si trovò nella lotta ingaggiata dai Visconti contro il Marchese del Monferrato, alleato con Papa Innocenzo IV, che aveva mire egemoniche sull’Oltrepo pavese. Retorbido venne attacato e saccheggiato dal Capitano Luchino dal Verme, come punizione per essersi schierato con la fazione Ghibellina. Il feudo ritornò di nuovo ai Sannazzaro che ben seppero far fruttare le acque dello Staffora per favorire lo sviluppo delle tenute del contado. Passò nelle mani del condottiero Sforzeco Gerolamo Riario e poi fu accorpato al feudo di Montebbello, sotto il controllo dei Beccaria dei Sant’ Alessio. Passato sotto il controllo, poi, del Re di spagna Filippo IV. Il feudo fu messo in vendita ed acquistato nel 1631 dal nobile Francesco Corti. In seguito subì la dominazione Austriaca.

Nel 1753 il feudo fu consegnato nelle mani del Re Carlo Emanuele II di Savoia. All’ultimo discendente della famiglia Corti, Matteo, morto nel 1841 si deve il potenziamento delle strutture agricole, delle fontane e del castello. Nelle epoche successive, i territori risentirono dell’influsso delle famiglie Pallavicini, Durazzo Pallavicini e della famiglia Cattaneo-Adorno. Il nome Retorbido è strattemente legato a quello delle fontane. Le sorgenti minerali erano già note in epoca romana ma il loro successo giunse intorno al XVI secolo quando di loro scrissero studiosi e medici.


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